giovedì 25 marzo 2010

Rete Saudita

Le autorità saudite hanno oggi annunciato di aver inferto un duro colpo ad al Qaida nella penisola arabica, con una massiccia operazione antiterrorismo che ha portato al sequestro di ingenti quantitativi di armi ed esplosivi, e soprattutto all’arresto di 113 militanti che «progettavano imminenti attacchi» nel regno, in particolare alle installazioni petrolifere.

Si tratta di una delle più importanti retate degli ultimi anni contro l’organizzazione di Osama bin Laden in Arabia Saudita, e secondo Riad ha di fatto smantellato una rete ben articolata, che si era installata in particolare nel profondo Sud del Paese, nella regione di Jazan, a ridosso del confine con lo Yemen. E 52 degli arrestati, hanno affermato fonti del ministero degli Interni, sono infatti yemeniti, mentre degli altri, 58 sono sauditi, uno è somalo, uno del Bangladesh e uno dell’Eritrea. Tra di essi operavano cellule indipendenti e ignare l’una dell’altra, formate da sei elementi ciascuna, ovvero 11 sauditi e uno yemenita, ha detto il portavoce del ministero degli interni all’emittente Tv panaraba al Arabiya, il colonnello Mansour al Turki, precisando che queste erano destinate a compiere attacchi suicidi.

L’operazione, che non è stato precisato quando è stata condotta, fa seguito ad un’altra retata che lo scorso agosto aveva portato all’arresto di 44 estremisti islamici che progettavano attentati in Arabia Saudita e che sono stati descritti come «le menti di al Qaida» nel regno, perchè in gran parte laureati, titolari di dottorati, tecnici delle telecomunicazioni. La reazione di al Qaida non si fece attendere. Pochi giorni dopo, il viceministro degli Interni saudita, responsabile dell’antiterrorismo del regno, principe Mohammed bin Nayef, è scampato con pochi graffi ad un attentato compiuto da un terrorista suicida, che apparentemente aveva la carica esplosiva nascosta nel colon.

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