martedì 23 marzo 2010

Punire chi bestemmia

ROMA - La norma che prevede la squalifica in caso di bestemmia in campo, continua a succitare polemiche ed a dividere. Il Sindacato internazionale dei calciatori (FIFPro), sposa la tesi dell'Aic e attacca la norma: "E' una violazione dei diritti fondamentali. Come chiunque altro, i calciatori hanno il diritto base della libertà di espressione - le parole dell'avvocato Wil van Megen - Alle volte possono lasciarsi scappare parole spiacevoli, fino alla bestemmie, ma ciò non toglie il fatto che ognuno ha il diritto di dire quello che vuole. Sulla base delle norme nazionali e della legislazione internazionale, la libertà di parola può essere rivista solo con un atto del Parlamento per cui, se la Figc vuole andare avanti, può farlo solo con l'aiuto del Ministero della Giustizia".

POTERE LIMITATO - "Il potere di una Federazione sportiva non può arrivare fino alla restrizione di un qualsivoglia diritto di base. L'espulsione per aver bestemmiato è una sanzione che viola un diritto fondamentale e nè l'arbitro, nè la Figc hanno il diritto di esercitare questa autorità". Per van Megen la norma federale viola un diritto paragonabile a "quello alla vita, alla libertà di stampa o di religione" e ribadisce che "solo il governo è autorizzato a limitare questa libertà e solo a posteriori e non ha mai provato a farlo negli ultimi cento anni".

MIGLIORARE L'EDUCAZIONE -
"La soluzione - prosegue la nota del FIFPro - dovrebbe essere trovata, piuttosto, in una migliore educazione dei giocatori. Quando le persone sono consapevoli di doversi comportare bene, viene ottenuto molto di più che non punendoli. Programmi per i giovani calciatori che puntano in questa direzione potranno contare sul nostro supporto".

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