mercoledì 31 marzo 2010

Brunetta

Non arriva in laguna l'onda leghista che ha travolto il Nord. Giorgio Orsoni, candidato del centrosinistra, diventa sindaco di Venezia al primo turno, battendo con nove punti di vantaggio il ministro della pubblica amministrazione Renato Brunetta, candidato del centrodestra. Un risultato a sorpresa. "Una sorpresa amara", commenta sfiduciato il ministro, che alla vigilia si era detto "sicuro di vincere", e che ora polemizza con il Carroccio per non averlo sostenuto e indica nel calo di voti della Lega a Venezia rispetto al Veneto una della cause della sua sconfitta (anche se i dati sui risultati di Lega e Pdl nei due voti - regionale e comunale - non sembrano dargli ragione, ndr).

"Abbiamo lavorato seriamente, proposto un programma credibile, e la città ci ha dato fiducia", dice invece Orsoni, che guida una coalizione molto vasta che va dall'Udc a Rifondazione. "Un risultato abbastanza straordinario visto l'andazzo generale e le difficoltà del centrosinistra nel paese", afferma il sindaco uscente Massimo Cacciari, che aveva scelto personalmente Orsoni per la sua successione, ed era stato il più convinto sostenitore della necessità di un'alleanza "strategica" con l'Udc.

Orsoni, un cattolico senza tessere di partito, è infatti, per sua stessa definizione, "un moderato". Portato al dialogo e alla riflessione pacata. Uno che non alza mai la voce. E proprio la sua tranquillità, la sua campagna elettorale che è sembrata persino sottotono tanto è stata sobria, ha prevalso, nella scelta degli elettori, rispetto alla campagna arrembante del ministro "fantuttone", fatta di proclami roboanti e di mirabolanti promesse. Ma la città, che aveva già bocciato Brunetta dieci anni fa, quando si era candidato a sindaco contro Paolo Costa, non ha gradito. Come non ha digerito il doppio incarico di ministro e di sindaco che Brunetta aveva annunciato di voler mantenere in caso di vittoria.

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