mercoledì 31 marzo 2010

Berlusconi - giustizia

"Il voto ha premiato il mio governo, adesso farò le riforme". Il giorno dopo il verdetto delle Regionali trasformate in referendum vittorioso sulla sua persona, Berlusconi fissa la road map per i prossimi tre anni, fondata su una alleanza sempre più ferrea con Bossi. La giornata del Cavaliere comincia con una telefonata al nuovo sindaco di Montenero di Bisaccia che ha conquistato al centrodestra il Comune di nascita del nemico Antonio Di Pietro, prosegue con un caffè con la nuova presidente del Lazio Polverini che gli rende omaggio a Palazzo Grazioli. E ringrazia "anche Fini". Quindi il bilancio del voto (un risultato che spiana la strada dei prossimi tre anni), che definisce "il miglior riconoscimento per l'attività svolta dal governo, per le prospettive di stabilità del sistema politico e per la possibilità di realizzare, nella seconda parte della legislatura, le riforme per l'ammodernamento e lo sviluppo del Paese".

Dopo aver ricordato che "gli elettori moderati si sono riconfermati maggioranza anche nel Lazio nonostante sia stata impedita la presentazione del simbolo del Pdl", ecco il timbro - se mai ce ne fosse stato bisogno - sul patto di ferro con Bossi. "L'alleanza del Pdl con la Lega si conferma una robusta forza di cambiamento nelle Regioni più importanti, garanzia del rinnovamento e della modernizzazione del Paese".

Berlusconi non rinuncia poi al suo ruolo preferito di "vittima" dell'"odio comunista" e ringrazia "di cuore tutti gli elettori che ci hanno sostenuto con la loro fiducia e con il loro voto nonostante la terribile campagna di calunnie e di diffamazioni che ci è stata scagliata contro negli ultimi due mesi". Infine lo slogan di questa campagna elettorale che, a dispetto delle ironie, è piaciuto a moltitudini di popolo: "Ancora una volta l'amore ha vinto sull'invidia e sull'odio. Grazie a tutti". Sia la nota di Berlusconi che le dichiarazioni di Bossi, Calderoli e Maroni assicurano che la sintonia è assoluta, ma già sulla sostituzione di Zaia al ministero dell'Agricoltura, con il conseguente rimpasto di governo, si vedrà se tutto filerà liscio.

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