LATINA -Tour a Latina del segretario nazionale del Pd Pierluigi Bersani insieme al segretario regionale Alessandro Mazzoli e ai candidati pontini della prossima tornata elettorale. Al centro del dibattito, oltre ai temi etici in risposta alla Cei, le questioni dell'economia e del lavoro che il segretario ha affrontato con i sindacati e i dipendenti della società Nexans di Borgo Piave, storico impianto che realizza cavi elettrici in forte crisi per la flessione di commesse. Da parte dei delegati la preoccupazione per la chiusura delle imprese in provincia. «Qui mancano le prospettive: se dovesse risollevarsi l'economia - ha detto il segretario della Cgil Salvatore D'Incertopadre - non potremmo risentirne positivamente perchè qui le aziende continuano e chiudere». Dai sindacalisti anche un accenno alla crisi nazionale della Telecom, che ha annunciato 20mila esuberi complessivi ( solo nel Lazio gli addetti sono 13mila).
ECONOMIA - La ricetta globale, secondo Bersani, è quella di un pacchetto anticrisi da far varare al governo: «Dobbiamo fare in modo che questo Paese si convinca che in questo momento serve un piano di investimenti anche con forte intervento pubblico per rimettere in moto l'economia e dare lavoro. Ci vogliono migliaia di piccole opere - ha detto Bersani - da attivare attraverso i Comuni, e ci vogliono commesse per i fornitori da parte di grandi aziende industriali e dei servizi. Un pacchetto di risorse - ha detto - che non è impossibile trovare a fronte di quelle sprecate in questi anni».NUCLEARE - Anche l'energia riveste un ruolo importante, ma non attraverso il nucleare. «Non ha senso incamminarsi nel nucleare- ha detto Bersani - se ancora non si è fatto l'abici. Come il decommissioning, oppure la localizzazione del sito di superficie per le scorie, e neppure abbiamo un'agenzia per la sicurezza. E poi anche il risparmio sui costi dell'energia è una stupidaggine. Noi del Pd dobbiamo far capire che siamo diversi: le nostre regioni hanno fatto ricorso contro la nuova legge sull'energia nucleare, mentre i candidati presidenti del centrodestra non si vergognano di andare in Piazza San Giovanni a giurare nelle mani dell'imperatore. Non credo che avranno il fisico poi per dire no al governo se deciderà di fare le centrali in quelle regioni».
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