Roma, 23 mar. (Adnkronos/Ign) - Il Popolo della libertà ''è un partito assolutamente democratico che assume ogni decisione non da parte di un monarca, che sarei io, come indicato da qualcuno. E' esattamente il contrario''. Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, intervistato da Unomattina. ''All'interno del partito - ha spiegato il premier - abbiamo un forma di democrazia assoluta che abbiamo applicato in questo primo anno di lavoro''.
''C'è chi dice che il partito sia da migliorare. Tutto si può migliorare, ma io sono assolutamente contento e soddisfatto degli organi che ci siamo dati e del modo in cui hanno lavorato quest'anno'', ha aggiunto Berlusconi che oggi dalle colonne della 'Stampa' è tornato a dire di è ''offensivo'' porre il problema del futuro della leadership del Pdl ''con un leader che è in piena forma e con un indice di apprezzamento al 62 per cento''.
Sulla questione del ricambio ai vertici è intervenuto anche il ministro per le Politiche europee Andrea Ronchi, che ha precisato: "Nessuno mette in discussione la leadership di Berlusconi, ovviamente. Dico che al Pdl - ha aggiunto però - serve il contributo fondamentale di Gianfranco Fini".
A Uno mattina il premier ha parlato anche di regionali. La campagna elettorale "si è snaturata perché il partito delle procure è entrato pesantemente in campo", ha detto. "Con gli interventi della loro magistratura - ha aggiunto il premier - la sinistra ci ha impedito di svolgere una campagna elettorale di informazione nei confronti dei cittadini".
Il "partito delle procure", ha aggiunto il presidente del Consiglio, ''ha inventato un mese e mezzo fa una nuova tangentopoli e che poi ha tentato di distruggere il miracolo che abbiamo fatto a L'Aquila dopo il terremoto, che ha gettato fango su Bertolaso e sulla Protezione Civile. Quindi è intervenuto con il rigetto delle nostre liste dando la colpa a nostri delegati, e infine con un'inchiesta risibile con le intercettazioni al presidente del Consiglio''. ''Una campagna elettorale basata sui fatti e i progetti - ha osservato Berlusconi - sarebbe stata dannosa per loro. Nel confronto ne sarebbero usciti distrutti''.
Il presidente del Consiglio ha quindi ribadito il proprio 'no' ad un faccia a faccia con il segretario del Pd Pierluigi Bersani: "non c'è nessuna possibilità di confronto - ha detto - con una sinistra che insulta, offende, deride, delegittima, calunnia". Il premier ha anche ripetuto quanto sia importante recarsi alle urne domenica e lunedì prossimi: "Occorre andare a votare perché ogni voto non dato avvantaggia la sinistra. Ho fiducia nel buonsenso degli italiani che non si riconoscono in questa sinistra ammanettata a Di Pietro".
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martedì 23 marzo 2010
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