martedì 23 marzo 2010

Petruzzelli

Non c’è pace per il Teatro Petruzzelli. Solo quattro mesi fa la città festeggiava il ritorno nel politeama che ha atteso per diciotto anni. Oggi pomeriggio, invece, è arrivata la notizia che per la seconda volta in tre anni il contenzioso tra enti locali e famiglia proprietaria deve ritornare davanti alla Corte costituzionale. A deciderlo è stato il presidente della seconda sezione del Tribunale di Bari, Luigi Di Lalla, che ha accolto l’istanza avanzata dai legali dei Messeni Nemagna.
In sostanza è stato chiesto alla Corte di pronunciarsi in merito alla possibile incostituzionalità della disposizione contenuta nel decreto legge di esproprio del governo Prodi (dichiarato a sua volta incostituzionale il 30 aprile 2008, ndr) che ha abrogato il recepimento legislativo del protocollo d’intesa sottoscritto il 21 novembre 2002 tra la famiglia proprietaria e Ministero della Cultura, Regione Puglia, Provincia e Comune di Bari.
Secondo il giudice Di Lalla si comprende che essendo “venuto meno l’esproprio, lo stesso protocollo d’intesa ha ripreso efficacia quale atto regolatore degli interessi delle parti in ordine alla ricostruzione e all’uso del teatro”.

Dopo l’annullamento dell’esproprio i proprietari del Petruzzelli ottennero un decreto ingiuntivo di pagamento di 125mila euro che avrebbe dovuto pagare la Fondazione. Ma quest’ultima si oppose fin da subito a liquidare la somma stabilita perché dichiarò che la disposizione che la legava per legge al rispetto del protocollo d’intesa era stata abrogata per cui non era più il soggetto obbligato al pagamento. Da qui la chiamata in giudizio nei confronti degli enti locali che hanno firmato il protocollo d’intesa nel 2002.
Dacchè la disposizione a cui la Fondazione si appellava era contenuta nello stesso decreto legge d’urgenza dichiarato incostituzionale, i legali della famiglia Messeni hanno chiesto alla Corte costituzionale di pronunciarsi affinché annullando la disposizione abrogativa per gli stessi motivi per cui aveva dichiarato nullo l’esproprio, possa identificare nella Fondazione il soggetto che dovrà sostenere non solo i costi legati alla ricostruzione dell’intero teatro, ma anche quelli relativi al fitto per 40 anni dell'immobile. Ogni anno, in base al protocollo d'intesa, i Messeni Nemagna dovrebbero ricevere una somma pari a 500mila euro.

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