Non c’è pace per il Teatro Petruzzelli. Solo quattro mesi fa la città festeggiava il ritorno nel politeama che ha atteso per diciotto anni. Oggi pomeriggio, invece, è arrivata la notizia che per la seconda volta in tre anni il contenzioso tra enti locali e famiglia proprietaria deve ritornare davanti alla Corte costituzionale. A deciderlo è stato il presidente della seconda sezione del Tribunale di Bari, Luigi Di Lalla, che ha accolto l’istanza avanzata dai legali dei Messeni Nemagna.
In sostanza è stato chiesto alla Corte di pronunciarsi in merito alla possibile incostituzionalità della disposizione contenuta nel decreto legge di esproprio del governo Prodi (dichiarato a sua volta incostituzionale il 30 aprile 2008, ndr) che ha abrogato il recepimento legislativo del protocollo d’intesa sottoscritto il 21 novembre 2002 tra la famiglia proprietaria e Ministero della Cultura, Regione Puglia, Provincia e Comune di Bari.
Secondo il giudice Di Lalla si comprende che essendo “venuto meno l’esproprio, lo stesso protocollo d’intesa ha ripreso efficacia quale atto regolatore degli interessi delle parti in ordine alla ricostruzione e all’uso del teatro”.
Dacchè la disposizione a cui la Fondazione si appellava era contenuta nello stesso decreto legge d’urgenza dichiarato incostituzionale, i legali della famiglia Messeni hanno chiesto alla Corte costituzionale di pronunciarsi affinché annullando la disposizione abrogativa per gli stessi motivi per cui aveva dichiarato nullo l’esproprio, possa identificare nella Fondazione il soggetto che dovrà sostenere non solo i costi legati alla ricostruzione dell’intero teatro, ma anche quelli relativi al fitto per 40 anni dell'immobile. Ogni anno, in base al protocollo d'intesa, i Messeni Nemagna dovrebbero ricevere una somma pari a 500mila euro.
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