mercoledì 24 marzo 2010

Come fare l'amore al tempo delle scuole medie!

Un poeta famoso, Jaques Prévert, scrisse una poesia bellissima intitolata ‘Ragazzi che si amano’, questa poesia tratta dell’amore di due ragazzi che si baciano per strada, i passanti li deridono, ma i ragazzi che si amano non ci sono per nessuno. Gli artisti hanno sempre amato il tema dell’amore e l’hanno rappresentato in tanti modi. Antonio Canova ha fermato l’immagine di un bacio non ancora dato nella scultura ‘Amore e Psiche’ che abbiamo ammirato l’anno scorso. I pittori Francesco Hayez (1791-1882 ) e, più tardi, Gustav Klimt (1862-1918) ci hanno lasciato immagini dipinte di famosissimi baci. Tanti scrittori hanno scritto sul tema dell’amore tra gli adolescenti descrivendone i sogni, le inquietudini, le ribellioni, le gioie e le malinconie. Noi che stiamo entrando ora nell’adolescenza ci siamo interrogati per capire quale valore abbia per noi questo sentimento poiché spesso veniamo descritti come trasgressivi, impazienti di crescere, aggressivi e disinibiti. Ci sono molti luoghi comuni che riguardano quelli della nostra età e spesso l’immagine che ne ricaviamo ci inquieta perché ci fa sentire fragili, inadeguati e ci spinge ad assumere atteggiamenti che, a dirla tutta, nemmeno ci piacciono troppo.

Quello dell’amore al tempo della scuola media è un argomento che è anche difficile da trattare perché a parlarne molti si sentono in dovere di inventare storie per non correre il rischio di essere preso in giro dagli altri. Altri, invece, si imbarazzano così tanto da non riuscire a spiccicare parola. Così, invece di perderci in tante teorie, abbiamo pensato che per esprimere il nostro parere era meglio raccontare le nostre esperienze.

La nostra compagna K.S. ha scritto questo. «Io non ho mai avuto un’avventura amorosa e i problemi, chiamiamoli così, possono essere due: o non piaccio o non voglio coinvolgermi in una storia perché ho paura. Il mio primo bacio lo vorrei non come una cosa da poco, ma come qualcosa di importante. Nella scuola c’è qualcuno che mi interessa, sono stata attratta dai suoi occhi, dal suo fisico, ma soprattutto dal suo modo di scherzare, di ridere e di fare, Io cerco di piacergli scherzando, ma di corteggiarlo proprio non mi interessa. Quando lo vedo mi sento felice, anche se sono triste».

«Io non penso di aver avuto una vera e propria avventura amorosa» ci confida G.P. «e poi mi considero negato al cento per cento in queste cose: quando parlo con una ragazza sono molto timido e spesso non riesco ad esprimermi bene. Ogni volta comincio a credere che la ragazza con cui sto parlando pensi che io sia stupido ed è per questo che mi sento così imbarazzato. Gli anni scorsi non aprivo bocca con le ragazze e parlavo a malapena con i ragazzi; quest’anno sono migliorato abbastanza anche se l’intervallo per me non è altro che un momento nel quale mangiare, andare in bagno e poi sedermi fino all’inizio della lezione successiva. Riguardo al primo bacio posso dire che non mi è mai capitata una cosa del genere e penso che dovrò aspettare ancora molto. Non riesco neppure ad immaginarmelo, insomma al momento in testa non ho altro che mantenere i pochi amici che ho. Le strategie di conquista che vedo nella mia classe sono scherzare, fare gli imbranati, tutte tattiche che mirano a far ridere e divertire la persona che si vuole conquistare. O almeno queste sono le tattiche maschili.

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