mercoledì 26 maggio 2010

Ecco la rivoluzione iPad lavoro, musica, libri...

Da venerdì la "tavoletta magica" arriva nei negozi italiani. Un marchingegno versatile con cui si può scrivere, vedere film, leggere il giornale, comunicare con gli amici

di ERNESTO ASSANTE

Mancano due giorni all'arrivo dell'iPad nei negozi italiani. Alle 8 di mattina del 28 maggio i rivenditori della Apple metteranno in commercio il gadget "magico e rivoluzionario" creato da Steve Jobs e dai suoi collaboratori, la macchina sulla quale l'azienda di Cupertino scommette per il futuro. Scommessa che, fino ad oggi, sembra davvero vinta: se per vendere un milione di iPhone ci sono voluti 76 giorni, per vendere un milione di iPad ci sono voluti solo 24 giorni. E in centomila hanno prenotato la nuova macchina in Italia.

Ma com'è davvero questo iPad? Mantiene davvero le promesse? A nostro avviso sì.

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Innanzitutto è vero che non è un computer o un cellulare, non ha le dimensioni e il peso dell'uno o dell'altro, lo spessore di soli 13,4 millimetri, e il peso di poco superiore ai 500 grammi lo rende più maneggevole e portabile di buona parte dei pc portatili. Certo, apparentemente non è molto comodo, non ha una base che consenta di metterlo in verticale, bisogna quindi appoggiarlo su una scrivania o sulle gambe, o tenerlo con le due mani, il che rende difficile comporre parole digitando sullo schermo. Ma dopo qualche minuto la sensazione iniziale, dovuta alla novità del formato, scompare e usare la piccola tavoletta diventa pian piano più familiare e semplice.

La tastiera virtuale è ampia e risponde perfettamente al tatto, i tasti sono grandi e spaziosi, limitando di molto gli errori di battitura. E se proprio si vuole tra gli accessori c'è una tastiera esterna che va attaccata al dock e che regge lo schermo in verticale, trasformando l'iPad in un piccolo computer. E' accendendolo che la diversità dell'iPad con tutto il mondo dei gadget digitali che abbiamo fino ad oggi conosciuto diventa lampante: è una tavoletta, piatta e luminosa, uno schermo all'interno del quale c'è tutto e tutto viene attivato con il tocco delle dita. E' in apparenza un grande iPhone, con uno schermo ampio e brillante, con un angolo di visuale straordinario da ogni posizione, totalmente touch, senza barriere d'ingresso, tasti da comprendere o funzioni complesse. E funziona come l'iPhone, con una serie di icone che indicano i programmi che possono essere utilizzati e un solo pulsante, in basso al centro, che serve soprattutto per chiudere le applicazioni.

L'iPad non ha un verso, non ha un "sopra" e un "sotto", l'accelerometro interno fa automaticamente ruotare le immagini sul display (IPS retroilluminato LED ad alta risoluzione da 9,7 pollici) in modo da essere sempre nella posizione corretta quando lo guardiamo. Oltretutto ha un angolo di visualizzazione decisamente ampio, 178°, il che vuol dire che si riesce a vedere bene anche da posizioni scomode.

La velocità di accensione è buona, sicuramente più rapida di quella dei pc, basta premere il tasto e la macchina parte in pochi secondi. E una volta acceso, a seconda delle applicazioni che si vogliono usare, l'iPad cambia natura, diventa qualcos'altro. Nel senso che può essere un computer (ci sono programmi per lavorare e, soprattutto, all'iPad può essere collegata una tastiera per scrivere), un terminale per collegarsi a Internet in mobilità (le pagine si caricano velocemente, la visione è eccellente sullo schermo di dimensioni sufficienti) un televisore (sia per le tv in streaming che per le serie tv preferite da scaricare), o un lettore dvd portatile (permette di vedere film anche in hd senza bisogno di portarsi dietro una pila di dvd), una console portatile per videogiochi o un lettore mp3, un grande iPod con una memoria da 64 giga.

Tutto questo era già possibile con l'iPhone o con molti altri smartphone in commercio, ma con uno schermo piccolino. Nella mente di Jobs la scomparsa dei supporti è un percorso chiaro, già iniziato da tempo, da quando, ad esempio, prima ha tolto di mezzo i floppy disk dai suoi computer Mac, aprendo la strada alla scomparsa definitiva del supporto per eccellenza tra quelli che si utilizzavano per trasferire e trasportare i dati, poi con il suo MacBook Air ha addirittura eliminato anche il lettore cd. Ed il passo successivo è stato quello dell'iPhone, che se è vero che per sua natura non aveva bisogno di supporti, essendo teoricamente un telefono cellulare, è in realtà un piccolo computer tascabile che carica tutti i dati che gli sono necessari, programmi, giochi, film, musica, ma anche giornali e e-book, dalla rete internet. Le "app", il successo che hanno avuto tra gli utenti dell'iPhone e dell'iPod Touch, hanno rapidamente convinto Jobs che era il momento per il salto definitivo, per la diffusione di una macchina che potesse per la prima volta vivere in completa autonomia, approvvigionandosi di contenuti, di qualsiasi natura, soltanto dalla rete, senza usare alcun supporto.

Ma se questo passaggio è quasi naturale per quello che riguarda i contenuti che già da tempo sono diventati digitali, o che lo stanno progressivamente diventando sempre di più, come la musica, il cinema, i videogiochi e la televisione, Jobs ha pensato che poteva mettere sul mercato la prima macchina in grado di candidarsi alla sostituzione di quei supporti che con il computer hanno ancora poco a che fare, ovvero i giornali e i libri. La vera novità dell'iPad arriva proprio sul fronte dell'editoria, con la possibilità di scaricare e leggere libri e giornali, con una qualità d'immagine e una serie di possibilità mai viste prima. iBooks è lo scaffale elettronico dell'iPad, dove possono essere conservati i libri che si acquistano in formato digitale. Anche in questo caso l'effetto (che già era sorprendente sul Kindle o su altri e-book reader come quello della Sony) è notevolissimo, non solo per la comodità della lettura, le pagine si sfogliano in maniera naturale, ma anche per le funzioni nuove, dall'allargamento dei caratteri per leggere meglio ai segnalibri che possono essere sistemati in ogni pagina, fino alla luminosità della pagina stessa.

E poi ci sono i giornali, che arrivano nello stesso formato al quale i lettori sono abituati quando vanno in edicola la mattina ma arricchito da molti elementi multimediali, video, foto e audio, con Repubblica primo quotidiano a proporsi 2 in questo nuovo formato digitale. Per i giornali, la battaglia non sarà quella di convincere i lettori a sostituire il supporto cartaceo con quello elettronico, perché buona parte delle giovani generazioni già legge più volentieri i giornali sul web che non sulla carta, piuttosto quella di convincere chi già oggi si affida completamente all'editoria elettronica che i prodotti di questa editoria vadano pagati, che i giornali non possono e non potranno essere per sempre gratuiti.

Difetti? Innanzitutto il formato, che essendo nuovo ha bisogno di un periodo di "assestamento" per essere accettato fino in fondo. La mancanza di una foto/videocamera, che ad esempio avrebbe reso più facile l'uso della telefonia via Internet, con Skype e i suoi simili, ma anche la produzione di videoblog. Non è possibile poi collegare un hard disk esterno, il che, considerando che la memoria massima è di 64 giga, pone qualche limite di spazio a chi ha molti file musicali, fotografici o video.

Ma il risultato finale è a nostro avviso decisamente interessante e, in prospettiva, "rivoluzionario" così come lo immagina Jobs, perché l'iPad è la prima macchina elettronica di una nuova generazione, l'inizio di una fase nuova della rivoluzione digitale.

fonte repubblica.it

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